Tutti gli articoli di Gianluca Mazza

Sottoterra

Andare in profondità – Sott’acqua sottoterra

Sott'acqua sottoterra Book Cover Sott'acqua sottoterra
Aleksandra Mizielinska e Daniel Mizielinski
Electa Kids

Lo sapete quanto misura il raggio della terra? Circa 6.000 Km
Noi abitiamo sulla superficie, la cosiddetta crosta terrestre che siamo riusciti a perforare fino a crica 15 km di profondità. Meno della metà del suo spessore.
Invece la massima profondità raggiunta da un uomo è duella di 11 km scendendo nella fossa delle Marianne, nell’oceano pacifico.
E gli altri 6.985 Km? Cosa c’è la sotto?
Un mondo intero da scoprire.

E’ quanto ci suggeriscono Aleksandra Mizielinska e Daniel Mizielinski nel loro fantastico libro
“Sott’acqua sottoterra” edito da Electa kids.

I due giovani autori ci portano fino ai 2197 metri di profondità della grotta di Krubera, la più profonda al mondo, o ci calano giù giù nelle gallerie della miniera di Mponeng in Sudafrica fino a -3620 metri.
E nel fare questo ci svelano un intero meondo fatto di animali, insetti, radici, minerali, metalli, fossili, tesori e resti di antiche civiltà.
E se non basta … oplà. Basta girare il libro e si riparte per un viaggio sotto acqua, nelle profondità marine fino agli 11.000 metri di profondità della fossa delle Marianne nell’oceano pacifico.
Tutte queste avventure sono descritte attraverso bellissime e originali illustrazioni a tutta pagina (anzi ogni illustrazione prende due pagine insieme) che attirano e affascinano.

Ma c’è qualcosa di più in questo libro della sola divulgazione scientifica, anche se già solo per questo vale la pena di correre ad acquistarlo.
C’è un messaggio che sale dal “profondo”. Non accontentarci della superficie delle cose ma essere curiosi di scoprire cosa c’è sotto.
Nella vita che facciamo, nelle cose che conosciamo e studiamo, nelle relazioni umane che costruiamo c’è una profondità tutta da esplorare.
Ecco la lezione più profonda regalataci da questo libro.
Andare in profondità nelle cose.
Scopriremo mondi sconosciuti e affascinanti che ci porteranno a nuove scoperte e ci sfideranno e nuove invenzioni.

Il messaggio cifrato, in alfabeto runico, nel libro di Verne “Viaggio al centro della terra”, dice:
“Nel cratere Yökull dello Snæffels
che l’ombra dello Scartaris
tocca alle calende di luglio,
scendi, coraggioso viaggiatore,
e raggiungerai il centro della terra.
Ciò che feci.
Arne Saknussem”

Ecco c’è un Arne Sakmussen che ci chiama a raggiungere il centro della terra. Partire dipende da noi.
Un gran libro per i nostri figli.

VN:F [1.9.22_1171]
Rating: 0.0/5 (0 votes cast)
il mare e la luna

Il Mare e la luna

LEONARDO E LA MAREA Book Cover LEONARDO E LA MAREA
Marco Malvaldi e Samantha Bruzzone Illustrazioni di Desideria Guicciardini
Editori Laterza

A volte penso che se dovessi incrociare il viso di un essere umano mentre, affascinato e rapito, contempla lo spettacolo della natura, non riuscirei a capire se è sto guardando uno scienziato o un poeta.
La capacità di osservare (anche le piccole cose), di porsi domande (e di pensare che non ci sono domande stupide ma solo domande), di meravigliarsi e di percepire e godere la bellezza dell’universo, la creatività nel porsi domande e la semplicità d’animo nel seguirle sono atteggiamenti dello spirito e della mente comune ad entrambi.

Entrambi cercano di entrare in contatto con i segreti della natura e con le leggi che la governano. Entrambi imparano a convivere col mistero e con la bellezza.

Mi piace pensare che lunghe notti a guardare il cielo stellato abbiano, per esempio, portato alla nascita della geometria (segmenti, poligoni, angoli, figure…) o che la prima idea di atomo sia stata suggerita da granelli di sabbia alzati dal vento.

D’altronde proprio Gianni Rodari in “Grammatica della fantasia”  dice: «Le fiabe servono alla matematica come la matematica serve alle fiabe».

e ancora: «Occorre una grande fantasia, una forte immaginazione per essere un grande scienziato, per immaginare cose che non esistono ancora, per immaginare un mondo migliore di quello in cui viviamo e mettersi a lavorare per costruirlo ».

In questi giorni ho letto ai miei bimbi un libro che mescola con successo poesia e scienza, ricerca e contemplazione

Leonardo e la marea di Marco Malvaldi e Samantha Bruzzone, Editori Laterza.

Per dirla tutta sono stato subito attirato dal fatto che è illustrato da Desideria Guicciardini e cioè colei che ha illustrato il papà pittore di Pinin carpi di cui sono innamorato.
Ma poi sono stato piacevolmente conquistato anche dal racconto. Un bel racconto.

Leonardo e la mamma vanno in spiaggia.
E già qui la fantasia viaggia. Perché non è la solita spiaggia coltivata a filari di ombrelloni, sotto i quali si tostano lentamente i turisti, ben imburrati di creme solari e infarciti di focaccia, gelato e cocco. Sì sapete quelle spiagge condominio (e di fatti spesso ci sono anche le riunioni condominiali)
No, è una spiaggia vasta e libera, protetta da una fitta pineta con qualche ombrellone qua e là e il piccolo chiosco dei gelati della signora Michela.
In base ai miei limitati trascorsi marittimi direi una spiaggia del litorale maremmano.
Tutto nasce dalla capacità di Leonardo di farsi e fare una domanda: Perché sulla spiaggia ci sono tutti questi legnetti?”
Tutto nasce dalla capacità della mamma di non lasciare cadere la domanda e inventarsi una storia.

«Vedi, Leonardo, è il mare che di notte porta tutti questi tesori alla luna. Tutte le notti, quando è buio e non c’è nessuno, il mare si sente solo. L’unica cosa che vede è la luna, e così se ne innamora. Allora, visto che non c’è nessuno, cerca di raggiungerla.»

Un modo poetico di raccontare la marea.
Il mare che si innamora della luna. Mi sembra di tornare alle Metamorfosi di Ovidio e agli amori della mitologia greca.
Questa risposta genera stupore e curiosità e apre a nuove domande che porteranno il piccolo Leonardo, tra scienza e poesia, a scoprire la legge delle maree e la forza di gravità.
La sua curiosità lo porterà fino al limite, alla frontiera tra ciò che si sa e che non si sa: che cosa causa la forza di gravità? Nessuno lo sa.

«Ci avrebbe pensato lui, da grande, a spiegare da dove venisse quella forza grande che attrae in modo così bello il mare e la luna».

Si ci avrebbe pensato lui, da grande, più in là, perché ora c’è un castello di sabbia da costruire..

… proposito di sabbia …

« … la sabbia è diversa dalle pietre? Cioè, non è forse la sabbia nient’altro che un gran numero di pietre piccolissime? La Luna non sarà magari una pietra enorme? Se capissimo le pietre, capiremmo anche la sabbia e la Luna? Il vento è un’agitazione dell’aria analoga all’agitazione dell’acqua del mare? Quali caratteristiche hanno in comune questi moti diversi? Quanti colori diversi esistono?»

(Richard Feynman, “Sei pezzi facili”, ed. Adelphi)

VN:F [1.9.22_1171]
Rating: 0.0/5 (0 votes cast)

Grandi uomini Grandi sfide

L'incredibile viaggio di Shackleton Book Cover L'incredibile viaggio di Shackleton
William Grill
ISBN Edizioni

Una cosa cui ho sempre tenuto e tengo, è di incoraggiare i miei figli a ricercare, esplorare, scoprire il mondo, le società e l’uomo. Instillare la curiosità che ti porta a muoverti verso ciò che non conosci ancora. Consapevole delle sfide che ti attendono, ma deciso ad affrontarle nella consapevolezza che questo è “vivere”.
Guardare in alto, pensare in grande. Lanciare in alto i propri sogni e poi rincorrerli.
. C’è un mondo da esplorare al di là dei nostri orizzonti quotidiani, oltre le nostre abitudini. Montagne da scalare, oceani da navigare, deserti da attraversare, fiumi da risalire, foreste in cui addentrasi e distese di ghiaccio su cui scivolare. AAAh (respiro profondo e ampio …) fantastico!
Dite che mi sono fatto prendere la mano? Eppure ci sono storie capaci di far brillare gli occhi ad ascoltarle. Da far brillare gli occhi e muovere desideri. Da far brillare gli occhi, muovere desideri e sognare futuri possibili.
Parafrasando una famosa frase di un famoso film: E’ il fascino delle grandi sfide bellezza! La grandi sfide! E tu non ci puoi far niente! Niente!

Questa tempesta di emozioni e fantasticherie è ciò che ci è capitato leggendo questo bellissimo albo illustrato:

L’incredibile viaggio di Shackleton di William Grill, ISBN Edizioni

che narra le avventure, o meglio disavventure, della spedizione Endurance, partita pochi giorni prima dell’inizio della prima guerra mondiale e terminata nel gennaio 1917.
Io avevo sentito parlare delle imprese di Amundsen e Scott, ma non conoscevo Ernest Shackleton.
Eppure ha detto un altro esploratore britannico, Raymond Priestley,
« Datemi Scott a capo di una spedizione scientifica, Amundsen per un raid rapido ed efficace, ma se siete nelle avversità e non intravedete via d’uscita inginocchiatevi e pregate Dio che vi mandi Shackleton .»
Capite il tipo?

La storia della spedizione Endurance è illustrata da William Grill con una non comune capacità di un’illustrazione meticolosa, dettagliata, ricca di particolari (quasi sconfinando nella catalogazione) ma nello stesso tempo suggestiva, evocativa direi “inghiottiva” e ” rapitiva”.
Sembra di sfogliare il diario di un membro dell’equipaggio (forse James Wordie il geologo o Frank Hurley il fotografo…) pieno di appunti, pensieri, disegni, schizzi.

Grandi sfide

Man mano che ci si addentra insieme all’Endurance tra i ghiacci della banchisa scopriamo il fascino terribile dell’immenso.  Ci sentiamo attirati irresistibilmente da una forza che ci spinge ad andare avanti con loro: Ernest Shackleton, Frank Wild, il capitano Worsley e gli altri 24 membri della spedizione. Lanciamo i cani in una corsa entusiasmante sulla banchisa: Blackie, Rugby, Bummer e Hackenschmidt e gli altri 95. Cantiamo l’inno nazionale mentre fuori soffiano raggelanti e violenti tempeste. Marciamo con loro decisi a non fermarci. Li sentiamo resistere, soffrire, lottare aggrappati ferocemente alla vita, legati indissolubilmente gli uni agli altri. Fuggiamo con loro dalle insidie del ghiaccioch e verso la terraferma. E corriamo con oro sulla riva e urliamo di gioia quando il Capitano Shackleton torna, dopo aver navigato per 1000 km sul mare più burrascoso che ci sia e attraversato, in sole 36 ore, le impenetrabili montagne ghiacciate della Georgia del sud!
Torna. E li salva tutti.

Beh, non so voi, ma non c’è multisala che tenga…

Il libro termina con una frase di Ernest Shackleton: «Tra la vita e la morte, ho scelto la vita, per me e i miei amici…Credo che sia nella nostra natura esplorare, ricercare ciò che è sconosciuto. Il vero fallimento sarebbe non esplorare affatto.»

VN:F [1.9.22_1171]
Rating: 0.0/5 (0 votes cast)
Padre

La tenerezza di un padre – Lo stralisco

Lo Stralisco Book Cover Lo Stralisco
Roberto Piumini
Einaudi Ragazzi

C’è un argomento che mi sta molto a cuore, come uomo un tutte le sue declinazioni (figlio, fratello, marito e padre) ed è la Tenerezza.

Credo che questa sia la chiave per diventare pienamente uomo (nel senso non solo di “essere umano” ma proprio di maschio) rifiutando e smascherando nello stesso tempo tutti gli stereotipi tipici di una società latina ed emotivamente analfabeta come la nostra che propone ancora uomini “machi”, anafettivi, potenti e vincenti, indifferenti se non addirittura sprezzanti della cultura, e che “tollera” ( e talvolta anche giustifica) prepotenza e violenza come “effetti collaterali”.

C’è un modo tutto maschile di vivere ed esprimere la tenerezza e lo troviamo in questo strafamoso classico per ragazzi (ma siamo sicuri che sia solo per ragazzi?)

Lo Stralisco di Roberto Piumini, Einaudi Ragazzi

Questa storia ci mostra la figura di un padre, Ganuan, che da un lato è un uomo di autorità e potere, signore della terra di Nactumal, e dall’altro è capace di un amore tenero, umile, rispettoso, delicato per il proprio figlio Madurer, gravemente ammalato di una malattia sconosciuta e incurabile.
Capace di un amore talmente grande da accettare anche di farsi da parte e di chiedere aiuto ad un altro uomo, il pittore Sakumat, altra splendida figura di uomo adulto.
Nel loro primo incontro Sakumat rivolge due domande a Ganuan riguardo a suo figlio, alla sua malattia e alla sua situazione. Ganuan non dà nessuna risposta a Sakumat  ma lo invita a vedere e decidere lui stesso, per non distorcere idee, impressioni, emozioni, portando il suo punto di vista e esprimendo i suoi sentimenti.

Ecco io vorrei essere un papà come Ganuan, vorrei essere un uomo come Sakumat.

A proposito ecco il passo del libro dove si conosce lo Stralisco:

Madurer, un giorno, cominciò ad aggiungere delle spighe sottili, dorate, che spiccavano nell’erba e spingevano, però non troppo, la loro cima nell’azzurro del cielo.

 – Non è grano? Però sembra grano: un grano sottile …
– Sì, è simile al grano. Ma sono spighe di stralisco.
-Stralisco? E’ una pianta che non conosco,

Nessuno lo conosce, – disse Madurer, – é una specie di pianta luminosa.
– Luminosa?
– Sì. Splende nelle notti serene. E’ una specie di pianta-lucciola, capisci? Noi adesso non la vediamo splendere, perché è giorno. Ma di notte illumina il prato.”

Ma sarà nello struggente dialogo finale tra padre e figlio che se si scoprirà cos’è veramente lo Stralisco …

… non so perché, ma a me è venuta in mente la rosa del piccolo principe …

Buona festa del papà.

VN:F [1.9.22_1171]
Rating: 5.0/5 (3 votes cast)
Terra

Quante immagini della Terra esistono?

Il Libro delle Terre immaginate Book Cover Il Libro delle Terre immaginate
Guillaume Duprat
L'ippocampo

Ecco un libro dalla Forza Gravitazionale irresistibile. Direi Forza Attrazionale. Qualcosa del tipo:
Fa = GL x(Cx C)/d2
dove Fa = forza attrazionale, CL = Contenuto Libro, C= Curiosità e d= distanza, mentre GL è la costante GenitoriLettori  ed è caratteristica del singolo Genitore.

Il Libro è:
Il Libro delle Terre immaginate di Guillaume Duprat, L’Ippocampo.

Inizialmente, mentre scivolavo come un asteroide lungo lo scaffale, sono entrato nella sua orbita, ma con una traiettoria a spirale che, dopo alcune Rivoluzioni, mi ha portato ad avvicinarmi sempre più e a  “cadere” sul libro (credo per un crescere continuo del fattore C).
Beh, ‘impatto ha rilasciato una quantità enorme di energia positiva (5000 MegaTomi …) e ha lasciato un segno permanente sulla mia superficie emotiva a forma di cratere naturalmente …
Sì perché questo è uno di quei libri che ti permettono di muoverti in svariate direzioni e magari di percorrerle insieme.
E’ possibile parlare delle diverse culture umane e dei loro miti.
Oppure della scienza antica di Babilonesi, Egizi, Greci ma anche Maya e Cinesi.
Approfondire l’epoca delle spedizioni scientifiche e delle scoperte scientifiche.
Oppure entrare nell’affascinante mondo della cartografia e delle mappe illustrate, alcune veri e propri capolavori che uniscono con arte verità scientifica e immaginazione.

Pagina dopo pagina si viene catturati dalla varietà e originalità delle immagini della Terra che l’uomo, nei secoli e nelle diverse culture, ha creato.

Immagini della Tera che parlano innanzitutto di noi, delle nostre credenze, delle nostre paure, dei nostri sogni.

Immagini della Terra che sono una risposta al nostro bisogno di senso e alla nostra ricerca di un posto nell’esistenza.

Come vediamo il mondo in fondo dipende da dove e quando lo vediamo. Basterebbe ora, 10 am del 2 marzo 2015, poter confrontare la visione della Terra che ha un Eschimese, un Etiope, un Greco, un Messicano. Certo per tutti (forse) è tonda e un po’ schiacciata ai poli ma quanto è diversa.

Ora ci sembra di sapere tutto sulla forma della Terra e sulla sua composizione ma stiamo vivendo una nuova avventura alla scoperta del’immagine del’Universo …già perché è curvo o piatto?

leggete un po’ qua: http://www.lescienze.it/news/2013/09/28/news/piatta_sella_geometria_universo-1825218/

 

VN:F [1.9.22_1171]
Rating: 0.0/5 (0 votes cast)