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teorema

Le avventure di Pitagora e del suo teorema

Pitagora e il numero maledetto Book Cover Pitagora e il numero maledetto
Luca Novelli
Editoriale scienza

Cosa c’è di più famoso e noto, quando parliamo di matematica, del Teorema di Pitagora.
Frotte di studenti che nei secoli hanno imparato a memoria l’enunciato e ripetono con ritmo cantilenante:
“In ogni triangolo rettangolo il quadrato costruito sull’ipotenusa è equivalente alla somma dei quadrati costruiti sui cateti”.

Quelli un pochino più scafati magari riescono anche a dimostrarlo e qualcuno riesce anche a motivarlo senza ricorrere ala frase mortale “C’è scritto sul libro” che lo squalificherà per sempre. C’è scritto sul libro …ma lo sapete che sono state classificate più di 300 dimostrazioni diverse?

La leggenda dice che Pitagora scoprì il teorema guardando una piastrella quadrata rotta a metà (lungo la diagonale) del pavimento della sala d’aspetto mentre spettava di essere ricevuto dal tiranno di Samo Policrate.
E’ una bella leggenda che ci dice che la matematica è dappertutto intorno a noi. Basta guardare con occhi curiosi e immaginazione…
Ma l’ha poi davvero scoperto lui questo teorema?
E chi era Pitagora?
Sapete che era bellissimo e veniva chiamato “il chiomato di Samo” per via dei suoi lunghi capelli (tipo Brad Pitt nel film Troy) e si diceva che discendeva da Apollo?
E’ già si può essere belli e intelligenti contemporaneamente. Anche se il messaggio attuale diffuso dai media vuole dirvi che non è possibile Pitagora è qui a ricordarcelo per sempre.

E che era sì greco, ma figlio di un mercante fenicio (oggi diremmo libanese) e per questo motivo aveva il viaggio nel sangue: Tito, Babilonia, Menfi, Heliopolis.

Sapete che vietava di mangiare le fave?
Addirittura la leggenda dice che, durante una rivolta contro i pitagorici, in fuga verso Metaponto, si sia lasciato alla fine catturare per non attraversare un campo di fave…

Se questo articolo vi ha mosso un poco di curiosità ecco un bel libro che fa per voi:

Pitagora e il numero maledetto di Luca Novelli, editoriale scienza.

E’ uno tra i molti di una collana di biografie di famosi scienziati che si chiama “Lampi di genio”.

Pensato proprio perché sia letto direttamente da un ragazzo ma è divertente anche leggerlo insieme a vostro figlio (e magari fare l’esperienza liberatoria di capire cose che avevate accuratamente rimosso perché odiose e noiose).
Mio figlio ha pure fotocopiato la cartina geografica e si è divertito a colorarla tutta e a ripercorrere i viaggi del “Chiomato di Samo”.

Ah dimenticavo il numero maledetto citato nel titolo è il numero irrazionale √2, “cugino povero” del più famoso π (pi greco).
Anche questa è una storia intrigante…

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Faraone

La geometria del faraone

La geometria del faraone Book Cover La geometria del faraone
Anna Cerasoli e Desideria Guicciardini
Emme Edizioni

Quante volte ci siamo sentiti a disagio di fronte alla matematica.
Formule, numeri, calcoli.
Una pizza infinita e una sconfortante sensazione di sentirci stupidi perché non capiamo cosa stiamo facendo e perché lo stiamo facendo.
Fare cose ripetitive e senza capirne il senso non è forse da stupidi? E non è forse giusto che i nostri ragazzi si ribellino?
E noi come rispondiamo a questa giusta ribellione dei nostri figli?
Spesso con frasi come “fa bene al cervello” o “tu non sai perché ma ti servirà un giorno”, “a volte bisogna fare anche le cose che non piacciono”.
E così la matematica invece di contribuire a creare ragazzi svegli li abitua a fare senza capire, a fare perché bisogna, ad assecondare passivamente le richieste degli adulti.
Ci sono passato anche io e per molto molto tempo visto che ho addirittura una laurea in matematica.

Questo libro è una ottima opportunità per ribaltare tutto. Azzerare. Cambiare completamente approccio.
La Geometria del faraone di Anna Cerasoli con illustrazioni di Desideria Guicciardini, Emme Edizioni.

Perché?
Perché innanzitutto è una bella storia che parla dell’antico Egitto, di un faraone e delle piramidi. Parla dei terribili coccodrilli del Nilo e di un gruppo di bambini che partono per un viaggio coraggioso lungo il grande fiume alla volta di Tebe, la città celeste come la chiamavano i greci. Alla ricerca del loro papà.
Il padre del piccolo Ames e dei suoi fratelli era un “Arpedonapta”, un “tenditore di funi”. Era il custode del segreto dell’angolo retto e non si muoveva mai senza la sua preziosa corda di 12 nodi (come mai proprio 12 nodi?). Tracciare angoli retti, costruire rette perpendicolari, delimitare campi quadrati era a quei tempi un’arte le cui conoscenze erano gelosamente custodite.

Il secondo perché.
Leggere questa storia permette di affrontare con semplicità (e direi senza ansia da “oddioesemiofigliosiaccorgechenoncapisconentedimatematicachefiguracifaccio?) alcuni concetti base della geometria come l’angolo retto, il cerchio e il quadrato. E capirli. Non imparare a memoria una definizione, ma capire.

Terzo perché: pensate a quanti percorsi suggerisce questo libro alla nostra curiosità. L’Antico Egitto e la figura del faraone, le piramidi e i loro segreti, il fiume Nilo e le sue piene, il papiro, gli scribi e i numeri egiziani, i giochi dei bambini di allora, i coccodrilli del Nilo.

E’ un libro di facile lettura che può essere proposto ad un bambino di 8 anni ma perché non leggerlo insieme, genitori e figli, in un viaggio alla scoperta di alcuni antichissimi concetti alla base della geometria. Magari qualche adulto … dopo tanto tempo … fa la pace con la matematica.
Provate.
A proposito, se la lettura vi è piaciuta, provate a scoprire quanti nodi dovremmo aggiungere ad una corda di 12 nodi per farne un’altra più lunga con cui tracciare sempre angoli retti?

P.S. io l’ho comprato anche perché le illustrazioni sono di Desideria Guicciardini, ricordate il Papà Pittore? http://genitorilettori.it/2013/05/il-papa-pittore.html

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Terra

Quante immagini della Terra esistono?

Il Libro delle Terre immaginate Book Cover Il Libro delle Terre immaginate
Guillaume Duprat
L'ippocampo

Ecco un libro dalla Forza Gravitazionale irresistibile. Direi Forza Attrazionale. Qualcosa del tipo:
Fa = GL x(Cx C)/d2
dove Fa = forza attrazionale, CL = Contenuto Libro, C= Curiosità e d= distanza, mentre GL è la costante GenitoriLettori  ed è caratteristica del singolo Genitore.

Il Libro è:
Il Libro delle Terre immaginate di Guillaume Duprat, L’Ippocampo.

Inizialmente, mentre scivolavo come un asteroide lungo lo scaffale, sono entrato nella sua orbita, ma con una traiettoria a spirale che, dopo alcune Rivoluzioni, mi ha portato ad avvicinarmi sempre più e a  “cadere” sul libro (credo per un crescere continuo del fattore C).
Beh, ‘impatto ha rilasciato una quantità enorme di energia positiva (5000 MegaTomi …) e ha lasciato un segno permanente sulla mia superficie emotiva a forma di cratere naturalmente …
Sì perché questo è uno di quei libri che ti permettono di muoverti in svariate direzioni e magari di percorrerle insieme.
E’ possibile parlare delle diverse culture umane e dei loro miti.
Oppure della scienza antica di Babilonesi, Egizi, Greci ma anche Maya e Cinesi.
Approfondire l’epoca delle spedizioni scientifiche e delle scoperte scientifiche.
Oppure entrare nell’affascinante mondo della cartografia e delle mappe illustrate, alcune veri e propri capolavori che uniscono con arte verità scientifica e immaginazione.

Pagina dopo pagina si viene catturati dalla varietà e originalità delle immagini della Terra che l’uomo, nei secoli e nelle diverse culture, ha creato.

Immagini della Tera che parlano innanzitutto di noi, delle nostre credenze, delle nostre paure, dei nostri sogni.

Immagini della Terra che sono una risposta al nostro bisogno di senso e alla nostra ricerca di un posto nell’esistenza.

Come vediamo il mondo in fondo dipende da dove e quando lo vediamo. Basterebbe ora, 10 am del 2 marzo 2015, poter confrontare la visione della Terra che ha un Eschimese, un Etiope, un Greco, un Messicano. Certo per tutti (forse) è tonda e un po’ schiacciata ai poli ma quanto è diversa.

Ora ci sembra di sapere tutto sulla forma della Terra e sulla sua composizione ma stiamo vivendo una nuova avventura alla scoperta del’immagine del’Universo …già perché è curvo o piatto?

leggete un po’ qua: http://www.lescienze.it/news/2013/09/28/news/piatta_sella_geometria_universo-1825218/

 

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Roma

La nascita di Roma

La nascita di Roma Book Cover La nascita di Roma
Laura Orvieto
Giunti Junior

753 a.c.
Penso che possa essere considerata come la seconda data più famosa della storia.
La fondazione di Roma.
Gli storici dicono che la data esatta dovrebbe essere il 21 aprile del 753 a.c.

E’ una grande storia che affonda le radici nel poema omerico dell’Iliade ( e qui vi rimando ad un altro bellissimo libro di Laura Orvieto “Storie della storia del mondo” ) passa attraverso la leggenda della fondazione di Lavinium e Albalonga e dei re Latini per poi iniziare con il famosissimo racconto della Lupa che allatta i due gemelli (c’era anche un picchio per la verità).
Come in tutte le saghe che si rispettino anche qui non manca nulla: tranelli, invidie e gelosie; avventure, battaglie e duelli; prepotenze e riscosse; oppressione e schiavitù e riscatto e libertà.
Ma sopratutto c’è il sogno e la visione di un uomo, capace di contagiare e motivare chi gli era intorno. Capace di attirare a sé altri popoli e fonderli, renderli fratelli e partecipi dello stesso sogno. A pensarci bene sembra il racconto di una start-up di successo mondiale: mito del fondatore (alla Steve Jobs) , visione, innovazione, capacità di coinvolgere e motivare, capitale umano, acquisizioni di altre aziende, competizione, successi ed insuccessi e così via. E difatti Roma cresce si sviluppa e si impone come modello vincente, arrivando a conquistare il mondo. Si potrebbe benissimo fare un post di quelli che oggi vanno per la maggiore tipo: i 5 elementi di una start-up vincente o le 7 cose da fare per avviare un’azienda di successo e cose del genere.

C’è una bellissima vicenda che vorrei farvi conoscere. Dopo avere fatto rapire donne dai popoli confinanti, tra cui donne sabine (il famoso ratto delle Sabine), Romolo si trovò a dover affrontare i Sabini arrabbiati e offesi. Lo scontro fu scongiurato proprio dalle donne sabine rapite, capeggiate da Ersilia, andata in sposa proprio di Romolo, che con i figli in braccio si frapposero tra mariti da una parte e padri e fratelli dall’altra, convincendoli a rappacificarsi.

Ratto delle Sabine

Vicenda che richiama alla mente quella di Lisistrata e dello “sciopero del letto ” donne ateniesi e ci ricorda quanto le donne possano fare per cambiare una società ancora troppo maschilista e “machista”.
Insomma leggendo questo libro, semplice e lineare nel suo linguaggio, si ha la percezione di provenire da una grande e lunghissima storia e Dio solo sa quanto ne abbiamo bisogno oggi.
Nel libro le vicende della fondazione di Roma si intrecciano con quelle di altri due fratelli, Servio e Plistino, fuggiti alla schiavitù e diventati uomini liberi dopo aver raggiunto il Luogo Sacro del Nume Asileo (questa una delle intuizioni di Romolo) da cui credo derivi l’espressione “dare asilo”. Attraverso le loro vicissitudini Laura Orvieto ci svela anche la quotidianità della vita di quei tempi.

Laura Orvieto ci insegna un’altra cosa e cioè quanto possa essere potente e direi, anche se può sembrare strano, innovativa una didattica basata sul narrare storie.

 

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