753 a.c.
Penso che possa essere considerata come la seconda data più famosa della storia.
La fondazione di Roma.
Gli storici dicono che la data esatta dovrebbe essere il 21 aprile del 753 a.c.
E’ una grande storia che affonda le radici nel poema omerico dell’Iliade ( e qui vi rimando ad un altro bellissimo libro di Laura Orvieto “Storie della storia del mondo” ) passa attraverso la leggenda della fondazione di Lavinium e Albalonga e dei re Latini per poi iniziare con il famosissimo racconto della Lupa che allatta i due gemelli (c’era anche un picchio per la verità).
Come in tutte le saghe che si rispettino anche qui non manca nulla: tranelli, invidie e gelosie; avventure, battaglie e duelli; prepotenze e riscosse; oppressione e schiavitù e riscatto e libertà.
Ma sopratutto c’è il sogno e la visione di un uomo, capace di contagiare e motivare chi gli era intorno. Capace di attirare a sé altri popoli e fonderli, renderli fratelli e partecipi dello stesso sogno. A pensarci bene sembra il racconto di una start-up di successo mondiale: mito del fondatore (alla Steve Jobs) , visione, innovazione, capacità di coinvolgere e motivare, capitale umano, acquisizioni di altre aziende, competizione, successi ed insuccessi e così via. E difatti Roma cresce si sviluppa e si impone come modello vincente, arrivando a conquistare il mondo. Si potrebbe benissimo fare un post di quelli che oggi vanno per la maggiore tipo: i 5 elementi di una start-up vincente o le 7 cose da fare per avviare un’azienda di successo e cose del genere.
C’è una bellissima vicenda che vorrei farvi conoscere. Dopo avere fatto rapire donne dai popoli confinanti, tra cui donne sabine (il famoso ratto delle Sabine), Romolo si trovò a dover affrontare i Sabini arrabbiati e offesi. Lo scontro fu scongiurato proprio dalle donne sabine rapite, capeggiate da Ersilia, andata in sposa proprio di Romolo, che con i figli in braccio si frapposero tra mariti da una parte e padri e fratelli dall’altra, convincendoli a rappacificarsi.
Vicenda che richiama alla mente quella di Lisistrata e dello “sciopero del letto ” donne ateniesi e ci ricorda quanto le donne possano fare per cambiare una società ancora troppo maschilista e “machista”.
Insomma leggendo questo libro, semplice e lineare nel suo linguaggio, si ha la percezione di provenire da una grande e lunghissima storia e Dio solo sa quanto ne abbiamo bisogno oggi.
Nel libro le vicende della fondazione di Roma si intrecciano con quelle di altri due fratelli, Servio e Plistino, fuggiti alla schiavitù e diventati uomini liberi dopo aver raggiunto il Luogo Sacro del Nume Asileo (questa una delle intuizioni di Romolo) da cui credo derivi l’espressione “dare asilo”. Attraverso le loro vicissitudini Laura Orvieto ci svela anche la quotidianità della vita di quei tempi.
Laura Orvieto ci insegna un’altra cosa e cioè quanto possa essere potente e direi, anche se può sembrare strano, innovativa una didattica basata sul narrare storie.