Zeb è una piccola zebra in partenza per il campo estivo. E' felice ed emozionato, come tutti i bimbi alle prese con le loro prime avventure. Ma compiendo gli ultimi preparativi, improvvisamente realizza che passare dei giorni fuori casa implica il dover dormire senza mamma e papà. E senza i loro baci della buonanotte e del buongiorno.
«Non ti preoccupare, sappiamo come fare», gli dicono i genitori. E così preparano un’abbondante scorta di baci. A Zeb, quando si sentirà triste, basterà aprire la scatola e prendere un fogliettino con su i baci di mamma e papà. La scorta di baci consolerà non solo Zeb ma anche molti suoi compagni di viaggio.
Zeb è una piccola zebra in partenza per il campo estivo. E’ felice ed emozionato, come tutti i bimbi alle prese con le loro prime avventure. Ma compiendo gli ultimi preparativi, improvvisamente realizza che passare dei giorni fuori casa implica il dover dormire senza mamma e papà. E senza i loro baci della buonanotte e del buongiorno.
«Non ti preoccupare, sappiamo come fare», gli dicono i genitori. E così preparano un’abbondante scorta di baci. A Zeb, quando si sentirà triste, basterà aprire la scatola e prendere un fogliettino con su i baci di mamma e papà. La scorta di baci consolerà non solo Zeb ma anche molti suoi compagni di viaggio.
Tu sei lì. Dentro la pancia della mamma. Io sto qui fuori, davanti il pancione della mamma. Ti aspetto.
Un dolcissimo ed elegante albo illustrato dedicato ai bambini in attesa della nascita di un fratellino (o sorellina).
Molto suggestivo e delicato, il libro di Jo Witek e Christine Roussey si propone come un garbato accompagnamento emotivo, ma anche come uno spunto per poter poi affrontare e soddisfare, insieme ai genitori, tutte le domande che spontaneamente nascono nella mente di un bimbo durante la fase della gravidanza della mamma.
La piccola protagonista del libro racconta, con un linguaggio tenero e poetico, le emozioni e le piccole osservazioni di fronte alla pancia materna che cresce. E lo fa dialogando direttamente ed affettuosamente con la sorellina che sta per nascere, colmandola di dolci attenzioni.
Nelle grandi doppie pagine, nove come i mesi della gestazione, si vede nella facciata di sinistra la pancia che diventa via via più grande, e nella facciata di destra la sorella maggiore, ridente e birichina, che aspetta, impegnata nelle sue mansioni più o meno quotidiane. Sul pancione è ritagliata una finestrella, di forme sempre diverse, che, una volta aperta, svela il bebè che cresce, che fa capriole, nuota e si ciuccia il dito.
La bambina si pone con entusiasmo ed impazienza nei confronti dell’attesa della nascita, è accogliente e rassicurante.
Vengono toccati aspetti della gravidanza così come la piccola li percepisce: il nutrimento attraverso il cordone ombelicale (“è la mamma che ti nutre come per magia“), il liquido amniotico (“fai il bagnetto in un’acqua calda e dolce“), i movimenti del feto (“facevi gobbe sulla pancia della mamma come un dromedario in mezzo al deserto”), la capacità del bimbo in pancia di percepire i suoni esterni, e via così…..Tanti spunti che aprono la strada ad un dialogo tra bambino e genitore e che aiutano nella condivisione di un momento magico e delicato.
La gravidanza della mamma, infatti, è un periodo che spesso viene sottovalutato; sovente le preoccupazioni dei genitori sono più orientate verso le gelosie che possono subentrare dopo la nascita, dimenticando che anche i precedenti nove mesi possono essere difficili. Il bambino infatti inizia a percepire il cambiamento, comincia a maturare domande dentro di sè e i timori, magari inconsci, iniziano a manifestarsi.
Una delle vie, a mio parere migliori, per affrontare l’inevitabile disagio psicologico che deriva dal diventare fratelli maggiori, è proprio quella della condivisione: rendere il bambino partecipe fin dai primi momenti della gestazione aiuta a predisporlo positivamente, a farlo sentire importante e non dimenticato. Così il bambino impara che la nascita riguarda anche lui, che è qualcosa di buono e importante per tutta la famiglia.
Proprio questo è, secondo me, il pregio principale di questo albo: la tenera protagonista vive l’attesa in maniera partecipata, viva, gioiosa e curiosa. Una lettura, quindi, che infonde sentimenti positivi.
Ammetto che inizialmente, durante l’analisi del libro, ho avuto perplessitò riguardo al fatto di non trovare alcun cenno alle emozioni ambivalenti o negative che un bambino può provare durante i nove mesi, emozioni che invece si ritrovano in altre belle pubblicazioni sullo stesso tema. Non credo però che sia stata intenzione delle autrici negarle, è probabile che l’albo sia stato semplicemente pensato come una lettura positiva e tranquillizzante, demandando poi ai genitori la gestione di eventuali sentimenti meno luminosi e affettuosi. Nella convinzione che tali negatività possono essere ridotte se fin dai primi giorni si tiene un livello di condivisione sereno.
E’ estremamente rassicurante e felice anche la chiusura della storia, con la protagonista divenuta finalmente sorella maggiore che stringe la piccola neonata tra le braccia orgogliosa, serena ed emozionata (ma non prendetevela troppo se non accade esattamente così!)
Tu sei lì. Dentro il pancione della mamma. Io sto qui fuori, davanti il pancione della mamma. Ti aspetto.
Tu dentro…io davanti.
Un dolcissimo ed elegante albo illustrato dedicato ai bambini in attesa della nascita di un fratellino (o sorellina).
Molto suggestivo e delicato, il libro di Jo Witek e C. Roussey si propone come un garbato accompagnamento emotivo, ma anche come uno spunto per poter poi affrontare e soddisfare, insieme ai genitori, tutte le domande che spontaneamente nascono nella mente di un bimbo durante la fase della gravidanza della mamma.
La piccola protagonista del libro racconta, con un linguaggio tenero e poetico, le emozioni e le piccole osservazioni di fronte alla pancia materna che cresce. E lo fa dialogando direttamente ed affettuosamente con la sorellina che sta per nascere, colmandola di dolci attenzioni.
Nelle grandi doppie pagine, nove come i mesi della gestazione, si vede nella facciata di sinistra la pancia che diventa via via più grande, e nella facciata di destra la sorella maggiore, ridente e birichina, che aspetta, impegnata nelle sue mansioni più o meno quotidiane. Sul pancione è ritagliata una finestrella, di forme sempre diverse, che, una volta aperta, svela il bebè che cresce, che fa capriole, nuota e si ciuccia il dito.
La bambina si pone con entusiasmo ed impazienza nei confronti dell’attesa della nascita, è accogliente e rassicurante.
Vengono toccati aspetti della gravidanza così come la piccola li percepisce: il nutrimento attraverso il cordone ombelicale (“è la mamma che ti nutre come per magia“), il liquido amniotico (“fai il bagnetto in un’acqua calda e dolce“), i movimenti del feto (“facevi gobbe sulla pancia della mamma come un dromedario in mezzo al deserto”), la capacità del bimbo in pancia di percepire i suoni esterni, e via così…..Tanti spunti che aprono la strada ad un dialogo tra bambino e genitore e che aiutano nella condivisione di un momento magico e delicato.
La gravidanza della mamma, infatti, è un periodo che spesso viene sottovalutato; sovente le preoccupazioni dei genitori sono più orientate verso le gelosie che possono subentrare dopo la nascita, dimenticando che anche i precedenti nove mesi possono essere difficili. Il bambino infatti inizia a percepire il cambiamento, comincia a maturare domande dentro di sè e i timori, magari inconsci, iniziano a manifestarsi.
Una delle vie, a mio parere migliori, per affrontare l’inevitabile disagio psicologico che deriva dal diventare fratelli maggiori, è proprio quella della condivisione: rendere il bambino partecipe fin dai primi momenti della gestazione aiuta a predisporlo positivamente, a farlo sentire importante e non dimenticato. Così il bambino impara che la nascita riguarda anche lui, che è qualcosa di buono e importante per tutta la famiglia.
Proprio questo è, secondo me, il pregio principale di questo albo: la tenera protagonista vive l’attesa in maniera partecipata, viva, gioiosa e curiosa. Una lettura, quindi, che infonde sentimenti positivi.
Ammetto che inizialmente, durante l’analisi del libro, ho avuto perplessitò riguardo al fatto di non trovare alcun cenno alle emozioni ambivalenti o negative che un bambino può provare durante i nove mesi, emozioni che invece si ritrovano in altre belle pubblicazioni sullo stesso tema. Non credo però che sia stata intenzione delle autrici negarle, è probabile che l’albo sia stato semplicemente pensato come una lettura positiva e tranquillizzante, demandando poi ai genitori la gestione di eventuali sentimenti meno luminosi e affettuosi. Nella convinzione che tali negatività possono essere ridotte se fin dai primi giorni si tiene un livello di condivisione sereno.
E’ estremamente rassicurante e felice anche la chiusura della storia, con la protagonista divenuta finalmente sorella maggiore che stringe la piccola neonata tra le braccia orgogliosa, serena ed emozionata (ma non prendetevela troppo se non accade esattamente così!)
«La mamma portò George dal veterinario.
- Arrivo subito al fondo del problema- disse lui.
- Per favore abbaia, George -
George fece: - Miao -.
Il veterinario frugò molto in fondo a George...
E tirò fuori un gatto.»
Che succede a George? Invece di abbaiare miagola, starnazza, grugnisce. Il veterinario riuscirà a fare qualcosa per lui?
Abbaia George è un albo esilarante. Perché con i proprio bambini bisogna sempre e soprattutto saper ridere e giocare, e – tra le tante cose – è importate anche insegnar loro il gusto dell’ironia e del paradosso. E quale strumento migliore di un libro per fare ciò? Inoltre un libro che diverte viene facilmente amato dai bambini e contribuisce a far nascere e crescere l’amore per la lettura.
George è un simpatico cucciolotto, ma quando la mamma gli chiede di abbaiare – come tutti i bravi cagnolini devono saper fare – lui produce un sonoro miagolio. La mamma ci riprova: “Abbaia George!”; ma il povero cucciolo riesce a rispondere solo con un “qua qua”. La mamma comincia a preoccuparsi ma non si arrende, insiste. E George in replica grugnisce e muggisce.
A tal punto, allarmata come ogni mamma che si rispetti, la signora cane porta il figlioletto dal dottore. E dal veterinario la scena si ripete: ’Per favore abbaia George’ E George fa ‘ Miao’. Ma il medico non si perde d’animo: infila la sua lunga mano nella bocca di George e tira fuori….un gatto! E così via fino alla soluzione del problema che, come potete ben immaginare, comporterà paradossali e divertenti “estrazioni”!
Ma il divertimento non finisce qui: un intelligente finale a sorpresa strapperà ancora una risata e George si rivelerà un cagnolino davvero incorreggibile!
L’effetto di questo libro è davvero irresistibile: il testo essenziale e i disegni semplici e definiti collaborano a creare un perfetto effetto comico. Probabilmente i lettori più piccolini dovranno essere aiutati a cogliere l’ironia del finale, ma i più grandicelli non avranno problemi e si divertiranno moltissimo.
Volendo il libro si presta anche a chiavi di lettura più complesse e psicologiche, ad esempio può essere utile per riflettere sui diversi aspetti e pulsioni che possono coabitare all’interno del bambino e che devono essere accolti e non temuti. Ma io prediligo per questo albo sicuramente la semplice lettura ludica!
Sarà forse merito degli studi di cinema, o della lunga esperienza di Alex Sanders nel campo dei libri destinati ai piccolissimi, fatto sta che questo cartonato quadrato è un gioiello di narrazione, perfetto per concisione e per semplicità, adatto ai bambini a partire dai due anni.
Dalle aperture della copertina si intravede un orsetto giallo che reclama: "Liberatemi!" - così recita il titolo - ed è già l'inizio del racconto. Chiama direttamente in causa il lettore. Infatti è sufficiente girare pagina per rispondere alla richiesta e liberare l'orsetto, e così facendo interagire col personaggio, partecipare alla storia.
Alex Sanders ha trovato un modo genialmente semplice per coinvolgere il lettore, per fare in modo che egli, fin da piccolo, giochi un ruolo attivo, per renderlo "il lettore ideale".
Ottima mossa, orsetto! Un orsetto chiuso in una triste e robusta gabbia ha un inaspettato colpo di fortuna: qualcuno, non si sa chi, lo libera. Ah! Che felicità camminare libero e spensierato nel bosco, raccogliendo fiori e godendosi la bella giornata. Peccato che un coccodrillo con la pancia vuota abbia messo gli occhi sull'orsetto. Come farà a salvarsi la pelliccia?
Ottima mossa, orsetto! Un orsetto chiuso in una triste e robusta gabbia ha un inaspettato colpo di fortuna: qualcuno, non si sa chi, lo libera. Ah! Che felicità camminare libero e spensierato nel bosco, raccogliendo fiori e godendosi la bella giornata. Peccato che un coccodrillo con la pancia vuota abbia messo gli occhi sull’orsetto. Come fare a salvare la pelliccia? Liberatemi!
L’orsetto passeggia, coglie i fiori, racconta di temere Coccodrillo, che è grande, spaventoso, di colore verde: “Se arrivasse… mi mangerebbe in un boccone”, e, manco a dirlo, eccolo apparire alla pagina successiva.
Sono qui presenti gli ingredienti fondamentali della narrazione: i protagonisti, il contesto, le azioni, il conflitto, oppure, in senso fiabesco, l’eroe, l’antagonista, la prova da superare. Ma cosa permette a Orsetto di mettere nel sacco Coccodrillo? È il lettore che, chiudendo il libro, lo imprigiona in quella stessa gabbia che inizialmente conteneva l’orsetto. Chi avrebbe mai pensato che il semplice girar di pagina, gesto che addirittura precede la decodificazione delle lettere, fosse così importante?
Alex Sanders mette in scena in modo straordinariamente chiaro il complesso rapporto tra libro e lettore: il libro è un oggetto, potrebbe essere anche una gabbia – racchiude una storia che narra di personaggi e di azioni. Leggerla la rende viva, consente di liberarne gli attori, permette al bambino di parteciparvi in prima persona. Facendo esperienza di elementari meccanismi letterari, il piccolo lettore entra in relazione con qualcosa di ben più ampio: la letteratura.
Il testo verbale essenziale, le coloratissime figure dal contorno netto, il plot semplice, collocano il libro tra le prime letture; e tuttavia il ritmo infallibile inizia il bambino a quel grande, complesso gioco che è il leggere. Ed è così che l’autore esercita la sottile e difficile arte di divertire i bambini, di risvegliarne l’immaginazione, di conquistarli alla lettura. Facciamone tesoro.
Un bambino riceve in dono un libro e, insieme al suo gatto, scopre per la prima volta la magia del leggere e gli infiniti modi in cui esso può essere utilizzato per giocare: può diventare un cappello, può essere letto al gatto oppure lo si può far diventare un tesoro da proteggere in un luogo segreto.
Un bambino riceve in dono un libro e, insieme al suo gatto, scopre per la prima volta la magia del leggere e gli infiniti modi in cui esso può essere utilizzato per giocare: può diventare un cappello, può essere letto al gatto oppure lo si può far diventare un tesoro da proteggere in un luogo segreto.
Racconto di quanto il bambino può compiere con un libro. Può aprirlo, girare le pagine,
metterlo sullo scaffale…Può leggerlo al gatto o al fratellino, metterlo sul carretto, farne un
cappello e infine…portarlo nel posto segreto. L’angolo nascosto è lo spazio più intimo,
quello in cui stanno le cose più preziose. È giustamente il luogo per l’amico libro.