Dov'è il pollice?
Laura Marcora, Nicoletta Costa
Gallucci
È uno dei giochi cantati più diffusi per imparare a conoscere e nominare le dita. Leggere, cantare, guardare e animare la storia offre un’esperienza preziosa di conoscenza ed esplorazione. Giocando e cantando s’impara.
È uno dei giochi cantati più diffusi per imparare a conoscere e nominare le dita. Leggere, cantare, guardare e animare la storia offre un’esperienza preziosa di conoscenza ed esplorazione. Giocando e cantando s’impara.
Leo non sapeva leggere. Leo non sapeva scrivere. Leo non sapeva disegnare. Leo non sapeva dire una parola. Insomma, Leo non sapeva fare proprio niente... E il suo papà era molto preoccupato...
Leo non sapeva leggere. Leo non sapeva scrivere. Leo non sapeva disegnare. Leo non sapeva dire una parola. Insomma, Leo non sapeva fare proprio niente… E il suo papà era molto preoccupato…
Vorrei aggiungere una riflessione al post che ho scritto ieri sera: http://genitorilettori.it/2013/09/libri-per-ragazzi-matilde-di-roald-dahl.html A pensarci bene la situazione di Matilde è proprio l’opposto di quanto ci prefiggiamo noi Genitori Lettori… due genitori che considerano inutili libri e leggere e la cui idea di pranzare insieme è quella di mangiare cibi preconfezionati seduti sul divano davanti alla televisione … Nonostante ciò Matilde sviluppa una divorante passione per la letteratura e passa i pomeriggi solitari in biblioteca o in camera sua circondata da pile di libri! Allora: i nostri ragazzi hanno una loro forza vitale, una spinta interiore a crescere, sapere, imparare, una naturale predisposizione a meravigliarsi, fantasticare, vivere storie. Noi genitori siamo preoccupati di stimolare e favorire la passione per i libri e per la lettura ma forse il nostro lavoro dovrebbe essere più quello di rimuovere gli ostacoli (esterni ed interni) che impediscono ai nostri ragazzi di esprimere in libertà e pienezza questa loro naturale inclinazione. Lasciatemi anche dire la molla che spinge Matilde ad andare in biblioteca è la noia di quei lunghi pomeriggi solitari. La noia. La nostra ansia che “non abbiano nulla da fare” ci spinge a riempire ogni vuoto della loro agenda settimanale, ma la noia, sì la noia è un’esperienza da lasciar fare, senza timore, perchè è anche in questi spazi acquitrinosi, in queste ore immobili e stagnanti che scatta qualcosa dentro di originale e creativo. Ma che bel libro, ma che bel libro. Quasi quasi mi prendo anche la versione in lingua originale …