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Paura della morte

Non aver paura della morte

L'anatra la morte e il tulipano Book Cover L'anatra la morte e il tulipano
Wolf Erlbruch
E/O

"Già da molto tempo l'anatra aveva come un presentimento.
'Chi sei? E perché mi strisci alle spalle di soppiatto?' 'Bene, finalmente ti accorgi di me' disse la morte. 'Sono la morte.'
L'anatra si spaventò. Non la si può certo rimproverare per questo. 'E adesso vieni a prendermi?'".

Halloween, festa dei santi, festa dei morti.
Da qualunque punto si guardi questo evento (profano e festaiolo, religioso, commerciale, cinematografico, vacanziero e pontaiolo), al centro c’è lei: la morte. L’uomo ne ha riflettuto, scritto, cantato, poetato, dipinto, musicato, ritualizzato da millenni. Siamo letteralmente sommersi di opere d’arte che hanno come tema la morte.La temiamo così tanto che sentiamo il bisogno di rappresentarla in ogni modo. Ho provato a scrivere “Death” e “Life” su google: 1.650 milioni di risultati contro 1.670 milioni. Morte e vita ugualmente ricorrenti. Di solito vediamo la morte, spietata, crudele, inesorabile, incontrollabile, che non scende a patti, che trancia legami e relazioni e, alla fine ci strappa alla vita. La nostra società consumistica occidentale elimina la morte dall’orizzonte del vivere. la nasconde, apparta, confina, svuota, nega … dimentica …Meglio non parliamone con i nostri figli, non portiamoli al funerale, non andiamo al cimitero, non mostrare loro il nostro dolore per la perdita di qualcuno; invece facciamo loro vedere, leggere e ascoltare e vivere il più possibile cose allegre e divertenti. Insomma, trattiamo la morte come trattiamo gli spifferi di aria fredda dalle finestre, le formiche in cucina, le zanzare, i venditori porta a porta, lo spam … teniamola fuori dal nostro spazio vitale.

Oppure …
Oppure cambiamo completamente punto di vista, come per esempio ci suggerisce in modo teneramente sconvolgente questo libro:

L’anatra, la morte e il tulipano di Wolf Erlbruch, E/O

E’ una storia che racconta dell’incontro e dell’amicizia tra un’anatra e la morte. Amicizia? Sì, ho detto amicizia. La morte passa il tempo con l’anatra, parlano, giocano, si riposano, dormono insieme, e con una dolcezza e una tenerezza davvero toccante, è lì, è presente e tiene l’anatra tra le sue braccia, alla fine della sua vita. Non la strappa alla vita ma la accompagna, quasi l’aiuta a compiere l’ultimo atto della sua vita. Pensare alla morte come un’amica. Non avere paura della morte ma “giocarci” insieme. Cominciare a conoscerla e frequentarla già durante la nostra vita. Non evitarla, nasconderla, negarla bensì includerla naturalmente come parte di noi.
Essere intimi, complici con la morte (che non vuol dire necrofili) ma vederla come un tutt’uno con la vita, come il giorno e la notte non sono separabili e anzi si definiscono a vicenda. Esistono l’uno grazie all’altra. E come il giorno anche la notte ha il suo fascino. E come la notte anche il giorno ha il suo mistero.
In fondo, pensandoci bene, possiamo arrivare a dire che noi quando iniziamo a vivere iniziamo anche a morire. La morte non come un evento che ci accade ma come una relazione che si sviluppa … che sia questo il segreto per insegnare ai nostri figli ad apprezzare pienamente e gioiosamente la vita?

Per bambini, e genitori, alla ricerca di senso.

se volete ascoltare la lettura ad alta voce del libro, ecco qua:

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