Dopo Matilde Dalverme ecco Charlie Bucket.
Proprio diversi questi due ragazzini. Matilde è una specie di genietto precoce, dotata addirittura di superpoteri e ha una famiglia che raccoglie in sé tutto il peggio.
Charlie è un ragazzino poverissimo e assolutamente normale con la sola grande passione per il CIOCCOLATO (riceveva una tavoletta all’anno il giorno del suo compleanno e a me questa scena ricorda i bambini italiani che, finita la guerra ricevevano una tavoletta di cioccolato da un soldato americano e la consideravano un regalo preziosissimo) ma ha una bella famiglia, unita, piena di affetto.
La domanda che mi sono fatto alla fine del libro è:
Perché vince Charlie?
Ha avuto una grandissima botta di fortuna?
Era scritto nel libro della sua vita?
Una serie di coincidenze (il nonno, la moneta …) lo hanno portato fino lì?
Perché? osa ha fatto per vincere?
Charlie non ha particolari qualità o abilità. Non eccelle, non svetta, non spicca, non sguscia, non frizza, non stecca, non cozza, non zuppa… scusate mi sono fatto trascinare … insomma nulla da registrare .
Vince perché, semplicemente, alla fine lui c’è ancora.
E’ ciò che gli manca che lo fa vincere.
Non è goloso e vorace
non è ambizioso e competitivo
non è viziato e possessivo
non è sprezzante e arrogante
Charlie mi ricorda un po’ Forrest Gump che vive molte avventure semplicemente perché segue il vento … non si oppone … semplicemente è lì.
Augustus, Veruca, Violetta e Mike sono bambini-adulti. Hanno smesso di essere bambini per assumere le sembianze e le fattezze di adulti. Sono le loro caratteristiche “adulte” ad averli messi ko.
Hanno agito secondo la legge dell’opportunità e della convenienza.
Charlie no. Charlie crede ancora a Babbo Natale (che stretta al cuore quando arriva il momento in cui i nostri figli scoprono che Santa Lucia o Babbo Natale non esistono; qualcosa muore dentro di loro e dentro di noi …).Charlie si comporta da bambino, è un bambino: si meraviglia, gioisce, si diverte e sogna.
Difatti viene scelto da Willy Wonka proprio per questo.
L’atteggiamento semplice e curioso e positivo con cui Charlie (e Forrest) affrontano la vita è un pericoloso bellissimo esempio per i nostri figli.
Guardiamoci dentro: siamo sicuri che vogliamo che i nostri figli siano come Charlie?